Il suono del mare, il 15 aprile Domenica Classica a Roma




IL SUONO DEL MARE

Il mare come immagine femminile nella musica


Difficile dire quando questo sia avvenuto, ma a un certo punto il mare, questo moto perpetuo senza fine, questa profondità insondabile, è diventata un’immagine femminile.

Da Omero a Shakespeare fino a Conrad, il mare è il pericolo assoluto, il possibile naufragio, la perdita dell’identità sociale.

Però già in Ibsen, ne La donna del Mare, quell’immagine si lega al desiderio per un uomo misterioso che da quella parte verrà presto, ma porterà con sé il pericolo, proprio del desiderio, che può scardinare la vita coniugale della protagonista.

Per i musicisti è naturale vedere nell’immagine del mare la libertà creativa, l’infinito delle possibilità, Il movimento perenne della fantasia.


Debussy (quest’anno sono cent’anni dalla sua scomparsa) e Ravel, avevano fortemente radicata in loro quest’immagine, anche se il mare lo frequentavano personalmente di rado, ma questo non aveva alcuna importanza.


Per loro il racconto del mare non è mai descrittivo, non è l’elemento dell’acqua in sé che li attrae, ma l’immagine femminile che vi intravedono come propria identità inconscia dell’essere artisti, per via di quel movimento continuo e quell’orizzonte lineare e infinito.


E così, ogni volta che ci parlano del mare ci raccontano una storia di desiderio per una donna, per un’immagine femminile fondamentale per loro, l’unica valida ragione per seguire un’Ondine nel più profondo degli abissi.

 Lorenzo Porta del Lungo



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