Il 2 marzo finissage della collettiva "Scene dal colore".


Valentina Fabi, Susanne Portmann, Annamaria Papalini, 
Emiliano Serafini, Michele Di Tonno, Thomas Spielmann

Apertura dal 16 febbraio al 2 marzo 
tutti i giorni dal lunedì alla domenica 
dalle 15.00 alle 19.00

Per informazioni 3664920837
 Via dei Banchi Nuovi 58, Roma

La mostra organizzata e curata da Simone Papalini e Anna Maria Angelucci ha lo scopo di mostrare le ultime realizzazioni pittoriche di sei artisti differenti per percorsi stilistici ma tutti accomunati da una strenua passione per un arte in cui il colore e la linea sono al centro del discorso.
Con questa mostra si ha l’occasione di vedere opere pittoriche di enorme vitalità che traducono in chiave attuale un linguaggio che va dal lirismo all’astrattismo-suprematismo fino all’espressionismo astratto.
L’incontro da vita alla mostra collettiva così come dall’insieme si enuclea la singolarità di sei artisti capaci di proporre l’intensità tonale del colore come condizione specifica del desiderio di vita.
L’idea di essere sembra ritrovare il nesso causale con l’essenziale, tratto somatico del cuore con il suo movimento estremo, l’arco delle emozioni ritrovate, sentite, vissute.
L’ingranaggio dell’intimo e interiore riscopre la tavolozza e la scompone in diverse opere che ritraggono momenti di incondizionata irrazionalità, ricomposizioni e distrazioni dal tema del colore stesso che si rimette allo sguardo esplodendo sinergicamente in linguaggi diversi e autonomi.
Si incontrano dunque, sei pittori, sei umanità a confronto che realizzano un tappeto di oli e tecniche miste, una tavolozza appunto, da cui attingere per sporcare il bianco opaco della coscienza. L’espressione propria del segno, il suo lasciare sedimento come schemi di narrazioni interrotte da riconciliare con il futuro, il tempo, la destinazione dello sguardo che si perde nell’inseguire il senso delle cose.
La relazione tra segno e umanità si dipana nella visione di linee inesplorate che raccontano la relazione tra luce e pittura, dove la tela si rimette in gioco porgendo la sua ampiezza accogliente alla fantasia del tratto, a volte spesso e pregno, altre volte appena accennato, come nella costruzione di una scena, lo spazio di esistenza del colore stesso, abitante di uno spaccato intimo e personale, un’apertura assoluta che intercede tra i confini dimensionali dell’umano.
Incontri profondi tra spazi di luce che sono espressioni del sogno più irraggiungibile.

Nessun commento:

Posta un commento